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L'abuso sessuale di minore, oggetto di questo volume, prima ancora che come figura criminosa severamente sanzionata dalla legge penale, viene generalmente avvertito come un evento che suscita emozioni forti e di difficile controllo. Anche per il giudice e per l'esperto la violenza sui bambini rappresenta un'esperienza disturbante perché corrisponde, come dice Freud "q ciò che avrebbe dovuto rimanere nascosto e che invece è affiorato".

Chi si occupa di indagini sugli abusi minorili e in particolare di rilevazione dei segni di abuso deve affrontare un compito estremamente complesso e pieno di difficoltà e tale attività influisce notevolmente sulla psicologia dell'operatore sovraccaricandolo sovente di stress. Dall'analisi della letteratura specialistica in materia si osserva inoltre una certa disomogeneità nei metodi di accertamento e la carenza di una GUIDELINE univoca universalmente adottata.

Miniguida alla Sopravvivenza per Figli di Genitori con un Disturbo Mentale

Cape Town, regina del Sudafrica, è formata da due città. La prima è bella, cosmopolita, ricca e moderna oltre l’immaginazione con scenari incredibili tra montagne e oceani, lunghe spiagge, panorami mozzafiato, settimana meraviglia del pianeta. La seconda città è invece composta da milioni di abitanti neri, afrikaans e coloured che vivono ancora nelle township, luoghi di segregazione imposti dall’apartheid. Oppure nelle flats in mano alle gang. Ci sono anche interi sobborghi di latta e cartone dove vivono i bianchi: è l’apartheid capovolto del dopo Mandela.

Léopold Sédar Senghor, il massimo poeta africano, è una delle figure più autorevoli della cultura mondiale. Padre della NEGRITUDINE, il grande movimento di affermazione della specificità culturale africana, è un cantore sublime dell’unità dell’uomo con la natura. Senghor fu eletto primo Presidente della Repubblica del Senegal nel 1960, dopo la liberazione dal colonialismo francese, e ha guidato il suo paese musulmano a dimostrazione della tolleranza religiosa esistente in Senegal. 

«Questo non è un libro di storia. È quel che mi rimanda la memoria quando colgo lo sguardo dubbioso di chi mi è attorno:  perché sei stata comunista? perché dici di diamo esserlo? che intendi? senza un partito, senza cariche, accanto a un giornale che non è piú tuo? è una illusione cui ti aggrappi, per ostinazione, per ossificazione? Ogni tanto qualcuno mi ferma con  gentilezza: "Lei è stata un mito !" Ma chi che vuol essere un mito ? Non io. I miti sono una proiezione altrui, io non c'entro. Mi imbarazza. Non sono onorevolmente inchiodata in una lapide, fuori del mondo e del tempo.

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