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Dall'autrice di "Io e Mitee", una saga familiare ambientata in Sudafrica tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, nella quale le vicende di una ricca famiglia di coltivatori di canna da zucchero si mescolano a quelle di una comunità di servitori indiani che tenta di riscattarsi dalla propria misera condizione. Ne sono protagoniste Helen Angus e la sua amica indiana Leela, entrambe prigioniere di un mondo nel quale la violenza e l'odio gareggiano con l'amore, la passione e l'infinita bellezza della loro terra.

Che cos’è la libertà? Difficile dirlo per Emma Bonelli, che sulle colline del Monferrato piemontese, nell’aprile del 1935, per la prima volta varca la soglia della casa dei Francesi, sposa al ciabattino zoppo che le hanno dato per marito. Emma ha la terza elementare. La sua dote è misera. Di bello ha solo una massa di riccioli rossi, che presto taglierà senza pietà. Però è una gran lavoratrice, e per questo i Francesi, che hanno tanta terra e poche braccia, l’hanno voluta come nuora. Anche per sua figlia Luciana libertà non è che una parola lontana, mai sperimentata sulla pelle.

Costruito su una serie di episodi, quasi piccoli racconti, intervallati da memorie personali, il romanzo è un commosso omaggio al District Six, antico e bellissimo quartiere di Città del Capo, demolito negli anni Sessanta per fare spazio a un nuovo quartiere per bianchi e per ottemperare all'imperante apartheid di quegli anni. Rive ne narra la vita e la morte, ricostruisce l'esodo forzato degli abitanti del quartiere, in uno stile ricco di humour e di sottile ironia. Una storia personale e collettiva e, insieme, una vicenda politica.

"Credo che ciò che mi ha reso malato per tutto questo tempo sia stato il fatto di non aver potuto raccontare la mia storia. Ma ora, è come se avessi ritrovato la vista". Lukas Baba Sikwepere, reso cieco da una pallottola, terminava con queste parole la testimonianza della sua storia di sofferenza e di lotta contro l'apartheid.
Le Commissioni per la Verità e la Riconciliazione esprimono – pur con alcune ambiguità – una forma di "giustizia restaurativa" che pone al centro la guarigione dalle ferite del passato, dando "voce a chi non ha voce".

In viaggio nel calcio africano, tra storie, aneddoti, passione, morte, magia, risate e amicizia. Un atto d'amore verso il continente e il suo calcio, recitato con ironia e trasporto. Per tanti anni alla domanda Che mestiere fai? Filippo Maria Ricci ha risposto: Esperto di calcio africano. E non era una battuta. La scintilla era scattata quando, nel 1993, aveva cominciato a scrivere di calcio africano trovando le notizie sui giornali locali, che leggeva girando per la ambasciate romane del continente.

A Riace e nei comuni limitrofi della Calabria jonica stranieri e rifugiati vengono accolti, anziché respinti, e per di più invitati a cooperare nel rilancio socio-economico del territorio. Questa straordinaria esperienza ha attirato l’attenzione dei media, dalla carta stampata alla televisione, sino al cinema, con Il volo di Wim Wenders. Nel libro essa viene osservata scandendone gli aspetti istituzionali e politici, antropologici e comunicativi, nel tentativo di tracciare un progetto di sviluppo durevole.

L'autobiografia di Jean-Paul Pougala, giovane imprenditore camerunese di formazione europea, riassume un'esperienza storica plurisecolare. Dalla condizione di vera e propria schiavitù familiare nella quale era nato e cresciuto in Africa, Pougala percorre tutte le tappe di una mirabolante emancipazione personale: il viaggio verso l'Italia, la laurea in economia, l'avvio di una brillante carriera di imprenditore a livello intercontinentale tra Africa, Europa e Cina.

Mhundi è un romanzo africano del 1930. È il primo romanzo in lingua inglese scritto da un sudafricano di colore negli anni fra il 1910 e il 1918 e pubblicato soltanto nel 1930. Solomon Tshekishi è un intellettuale sudafricano di etnia twana.

Skyline: il profilo di un grattacielo altissimo disegna una linea nel cielo di Cape Town e traccia il confine di uno dei quartieri più poveri della città. È in questo luogo/non-luogo che la vita di Mossie e quella di sua sorella si intrecciano con le mille storie dell'Africa di oggi; quello che ne viene fuori è un tessuto multicolore la cui trama è costituita dalle storie di personaggi eterogenei: spacciatori nigeriani, travestiti sudafricani, poliziotti olandesi, gelosissimi pizzaioli italiani, immigrati clandestini.

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