Il sostegno della comunità internazionale alla sofferenza e alla lotta del popolo nero sudafricano si manifesta con l’attribuzione del Premio Nobel per la pace a tre dei suoi più significativi esponenti: Albert Luthuli, Desmond Tutu e Nelson Mandela.
Albert John Mvumbi Luthuli dal 1952 al 1967 è presidente generale dell’African National Congress. Durante questi anni promuove numerose campagne non violente a difesa del popolo nero sudafricano. Nel 1956 fu arrestato e accusato di alto tradimento. Rilasciato fu condannato alla residenza forzata e i suoi scritti vengono vietati in tutto il Sudafrica. Nel 1960 gli viene conferito il Premio Nobel per la pace “Crediamo in una società dove i bianchi e i non bianchi possono lavorare e vivere in armonia per il bene comune della nostra patria e possano condividere senza nessuna differenza i beni che il nostro Paese ci offre in abbondanza”.
Desmond Mpilo Tutu è il primo decano nero della cattedrale anglicana di Johannesburg. Nel 1976 è vescovo e nel 1978 segretario generale del Consiglio del Chiese Sudafricane. Nel 1980 viene arrestato con altri 51 religiosi per adunata sediziosa e gli viene ritirato il passaporto. Nel 1984 lancia un appello per la parità politica nel suo Paese. Nello stesso anno gli viene conferito il Premio Nobel per la pace. “La comunità internazionale deve esercitare pressioni sul governo sudafricano per indurlo a trattative: se ciò non avverrà, temo che un bagno di sangue sarà inevitabile”.