Nasce il 16 novembre 1931 a Port Elisabeth, in Sud Africa.
Iniziò la sua carriera politica molto giovane, dopo essersi diplomato nel 1952.
Nel 1955 fu nominato Segretario dell’Organizzazione South African Coloured People, per la regione di Eastern Cape: questa organizzazione era una fra le componenti del South African Congress Alliance, che univa al suo interno anche l’ANC, il South African Indian Congress ed altri movimenti che lottavano contro l’apartheid.
Negli anni successivi, Benny Nato fu tra i fondatori della SASA (South African Sports Association), uno dei primi movimenti che promuoveva il boicottaggio sportivo contro la parte razzista del Sud Africa; nel 1961 si unì all’uMkhonto weSizwe. Nel 1962 fu arrestato poiché offriva rifugio ad alcuni membri dell’UWS. Quando fu rilasciato, nel 1963, gli fu chiesto dall’ANC di lasciare il Sudafrica e di unirsi all’External Mission in Tanzania.
Qualche anno più tardi, nel 1969, completò i suoi studi con un diploma in Business Administration. Prima di essere eletto Chief Representative della missione italiana, era stato nominato Presidente del Regional Political Committee dell’ANC a Lusaka, in Zambia. Questo comitato si occupava di problemi disciplinari ed organizzava le attività per i movimenti di liberazione.
Nel marzo 1985, Benny Nato fu nominato Chief Representative dell’ANC in Italia, al posto di Thami Sindelo; intanto, nasceva il Comitato Nazionale contro l’apartheid in Sudafrica. Benny Nato divenne un importante promotore delle attività come “Natale contro l’Apartheid” e collaborò con i sindacati italiani per boicottare l’invio di armi dall’Italia al Sudafrica. È stato anche uno fra i maggiori esponenti nel movimento italiano anti-apartheid e nelle attività per la liberazione dei prigionieri politici.
In Italia collaborò alle iniziative del Comitato Nazionale di Solidarietà con i popoli dell’Africa Australe così come ad altre iniziative contro l’apartheid organizzate dal Comune di Reggio Emilia, tra cui il conferimento della cittadinanza onoraria ad Albertina Sisulu e Desmond Tutu e la dedica di una piazza ai martiri di Soweto e un’altra ad Albert Luthuli. Benny Nato ha contribuito a creare la coscienza antiapartheid nel nostro paese coinvolgendo le forze politiche, le istituzioni e soprattutto le associazioni e i gruppo della società civile.
Benny Nato era un lottatore impavido ed infaticabile; aveva subito grandi sofferenze e dure persecuzioni; sapeva di rischiare la vita ogni giorno, ed ogni giorno continuava a lottare. Sapeva descrivere il dolore del suo popolo e l’orrore dell’apartheid con parole semplici, con tono sereno, con una dignità sublime; per l’intera sua vita si è battuto per la verità e la giustizia, per affermare la dignità di ogni essere umano.
Nel 1991 fu sostituito da Pandula Steve Gawe come Chief Representative dell’ANC in Italia. In quest’anno, quindi, Nato fece ritorno in Sudafrica. Successivamente fu nominato Ambasciatore del Sudafrica in Giordania. Morì nel settembre 1999.
Ms Sophia Williams-De Bruyn
è una leggenda vivente in Sud Africa per la lotta alla liberazione allo smantellamento dell’apartheid.
Sposò Henry Benny de Bruyn, che era già membro attivo dell’ ANC’s Umkhonto we Sizwe.
Fu attivista nelle principali campagne politiche prima del 1994 quando era ancora una studentessa. Una delle cinque leader della storica marcia delle donne verso Pretoria che ebbe luogo il 9 agosto 1956 in cui 20.000 donne sudafricane scesero in piazza dirigendosi verso gli Union Buildings, sede del governo sudafricano a Pretoria.
La manifestazione fu organizzata dalla Federation of South African Women (una organizzazione politica vicina all’African National Congress) e fu guidata da Lilian Ngoyi, Helen Joseph, Rahima Moosa, Albertina Sisulu e Sophia Williams-De Bruyn.
La marcia andava contro l’obbligo del “lasciapassare” che limitavano i movimenti del popolo nero all’interno del territorio sudafricano.
Nonostante le tattiche di intimidazione promosse dal regime dell’apartheid la marcia fu sostenuta da più di ventimila dimostranti donne.
La storica marcia verso Pretoria passò alla storia perchè, coinvolse non solo donne appartenenti al popolo nero, ma anche un grande numero di donne appartenenti a gruppi razziali differenti dimostrando solidarietà alla causa delle loro sorelle nere.
Da allora, la frase wathint’ abafazi, wathint’ imbokodo (“hai toccato le donne, hai toccato un macigno”) è rimasta nell’uso in Sudafrica per riferirsi alla forza, alla determinazione e al coraggio delle donne.
Il giorno della marcia è una festività annuale del Sudafrica, che ricorre il 9 agosto, come “National Women’s Day” , Giornata Nazionale della Donna.